Ruta de la Seda

Lonja de Valencia

La sala riunioni del Giardin Botanico era piena -quasi a scoppiare- per la grande affluenza alla conferenza “Il  lungo filo della Seta” tenuta da Martínez de Pisón e Sebastián Álvaro, suo studente, entrambi direttori della serie televisiva “Al filo de lo imposible”.

La vita e’ rischiare.

Rutadelaseda

Il Pakistan e’ il paese piu’ pericoloso al mondo secondo le informazioni di alcuni organismi di sicurezza e, senza dubbio, e’ il paese che ama Martínez de Pisón e che ha visitato piu’ di venti volte per stare a contatto con il percorso di idee che crea lo scambio di contatti tra Oriente e Occidente e viceversa fin dal III secolo fino al giorno d’oggi, con alcuni interruzioni durante l’epoca medievale.

Nel passato in questa via circolavano commercianti come Marco Polo, Ruiz González de Clavijo o Huan Zuan che trasportavano merci e prodotti pregiati come porcellana, te’ e seta. Oggi, invece, a noi arriva il petrolio che viene ripagato con le armi.

Immense catene montuose che si estendono per piu’ di 2500 km, deserti sconfinati come quello del Gobi, citta’ ricoperte da sculture ellenistiche e decorate con sculture di Buddha e divinita’ orientali.

Il lungo filo della seta si estende collegando citta’ come Samarcanda e Palmira e arriva fino al mediterraneo permettendo cosi’ agli arabi di conoscere citta’ come Murcia, Granada e Cordova ma anche le Asturie e le Canarie o la grandiosita’ di Valencia sulla costa del Mare Nostrum.

Il cammino e’ molto lungo.

La strada della seta fu percorsa per la prima volta da Alessandro Magno che apri’ il cammino che collegava il Pakistan all’occidente durante le sue rapide conquiste tra il 329 e il 326 a.C. Il continente euroasiatico conobbe cosi’ la prima globalizzazione della storia con la maggiore estensione del mondo allora conosciuto fino alla scoperta delle Americhe.

Si apri’, quindi, una strada commerciale da cui trassero vantaggio i romani come successori della Grecia per creare vie di commercio con l’oriente, da cui proveniva la seta, la porcellana e altri prodotti pregiati da citta’ come Palmira, recentemente distrutta, o Petra e che venivano portate a Castantinopoli, il centro del mondo antico.

Nel Medioevo furono le piccole comunita’ ebraiche sparse per questo cammino a fare da intermediari per il traffico commerciale per citta’ come Baghdad, Il Cairo, Damasco e Smirne.

Il traffico si interruppe durante gli anni 1200 e 1500 per via dell’imponente impero mongolo che occupava l’Asia centrale ed in parte convertito all’islam, mentre in parte con credenze ancestrali relativamente tendente al buddismo. E’ il periodo della spedizione di Marco Polo e suo padre da Venezia con il suo libro dei commercianti che oggi potremo definire come un “studio del mercato di meta’ XII secolo”. L’intento della spedizione era quello di creare un’alleanza tra il Gran Khan e i paesi cristiani contro l’islam che venne realizzata nel 1406 da Ruy González de Clavijo alla corte di Tamerlan, il capo dei mongoli, per bloccare i turchi che erano considerati come l’incubo occidentale ma che vennero, pero’, sconfitti nella battaglia di Lepanto.

Al giorno d’oggi, la strada attraversa paesi che cercano di arrivare ad una pace, purtroppo a loro negata per via dei tanti conflitti culturali, religiosi e politici come quelli in Iran, Iraq, Siria o Libano.

Per questo la strada della seta valenziana intende lanciare un messaggio di pace, speranza, relazioni culturali e diplomatiche in tempo di conflitto. Per arrivare proprio dove noi eravamo visti come “demoni stranieri” anche se l’intervento occidentale e’ nulla in confronto alle crudelta’ attribuite ai mongoli, come afferma Jose’ Luis Sampedro.

La mordiba seta di Valencia.

Las mujeres de Valencia son las más bellas, elegantes y hermosas que se conozca, porque los tejidos de oro y la seda bordada con oro y plata y le terciopelo carmesí les son tan comunes como el terciopelo negro y la seda en nuestro país. (A. de Lalaing, 1501)

A Valencia, la strada della seta comincia nel quartiere di Velluters dove vivevano i genovesi, molto devoti al loro patrono Carlos Borromeo. Nei loro telai era in costante lavorazione il tessuto acquistato presso la Camera di Commercio ed il rumore continuo era aumentato dallo sforzo dei sarti nella fabbricazione delle ricche vesti indossate da principi e nobili. Numerosi negozi di sarti e arigiani nella zona del Mercato confezionavano i vestiti femminili per giovani donne vestite come dee, con seta e argento e giovanili copricapi primaverili.

Nella Lonja si comprava la seta grezza fornita dalle coltivazioni presso le grandi tenute di Valencia, di Alboraya e di Carcaixent, prodotta lentamente da bachi da seta nutriti con foglie di gelso.

Piu’ avanti, la torre di Santa Catalina che era considerata come il vero e proprio centro di Valencia, quello dei mercanti che si riunivano in piazza della Redonda e dove si acquistavano fronzoli e merletti per gli abiti principeschi.

E nelle domeniche si passeggiava intorno alla piazza della Vergine e alla Cattedrale e alla zona commerciale di Alameda dove si festeggiava il Carnevale.

La chiesa di San Juan del Hospital coservava la memoria di quei cavalieri partiti ad est, custodi di quel Graal, cosi’ tanto venerato e ambito, con ricordo del dicepolo prediletto, della Maddalena e la rappresentazione di un viaggio spirituale giustamente svolto.

Il viaggio e’ rischiare, le porte sono aperte.

Perché il viaggio è entusiasmo, passione, diverse cose che caratterizzano la Via della Seta, viaggiare è arricchirisi, ti nutrono spiritualmente, risultato di tanti viaggi.

Devi andare li, devi viverlo, non rischiare e’ sbagliato.

Ti accompagneremo informandoti sulla nostra avventura. La strada della pace, la strada delle idee, la Valencia del 2016, dove l’amore vince l’orgoglio.

Le porte si aprono a noi:

“Esta, Ergila, es Valencia / la puerta es esta de Quarte.

/ Aquí dio Venus a Marte / una divina influencia”. (Lope de Vega).

Prenota la tua visita per la strada della seta a Valencia: https://www.itinerisvlc.com